Italo Calvino - Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare - 1956 (prima edizione, 16 tavole)
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Italo Calvino - Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare - 1956 (prima edizione, 16 tavole)

CALVINO ITALO.  Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino. Torino, Giulio Einaudi Editore, 1956 (12 Novembre).

Cm. 21,5, pp. xlviii, 1037 (1). Con bellissime 16 tavole a colori f.t. "tratte da miniature di un codice di favole trecentesco, di gusto insieme fantastico e popolare". Legatura editoriale in tela illustrata. Conservato entro cofanetto editoriale in tela e cartone con illustrazione tratta sempre da una miniatura trecentesca. Sovraccoperta in acetato trasparente originale ancora presente. Dorature al dorso leggermente sbiadite. Bell'esemplare, caratterizzato da carte freschissime e cofanetto ottimamente conservato. Celebre antologia calviniana delle fiabe della tradizione popolare italiana, inizialmente raccolte con la collaborazione di Giuseppe Cocchiara. Così Calvino a proposito della sua fatica editoriale: "Per due anni ho vissuto in mezzo ai boschi e palazzi incantati, col problema di come meglio vedere in viso la bella sconosciuta che si corica ogni notte al fianco del cavaliere, o con l'incertezza se usare il mantello che rende invisibile o la zampina di formica, la penna d'aquila e l'unghia di leone che servono a trasformarsi in animali. E per questi due anni a poco a poco il mondo intorno a me veniva atteggiandosi a quel clima, a quella logica, ogni fatto si prestava a essere interpretato e risolto in termini di metamorfosi e incantesimo: e le vite individuali, sottratte al solito discreto chiaroscuro degli stati d'animo, si vedevano rapite in amori fatati, o sconvolte da misteriose magie, sparizioni istantanee, trasformazioni mostruose, poste di fronte a scelte elementari di giusto o ingiusto, messe alla prova da percorsi irti d'ostacoli, verso felicità prigioniere d'un assedio di draghi; e così nelle vite dei popoli, che ormai parevano fissate in un calco statico e predeterminato, tutto ritornava possibile: abissi irti di serpenti s'aprivano come ruscelli di latte, re stimati giusti si rivelavano crudi persecutori dei propri figli, regni incantati e muti si svegliavano a un tratto con gran brusio e sgranchire di braccia e gambe. Ogni poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo aperto, la perduta logica che governa il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. Ora che il libro è finito, posso dire che questa non è stata un'allucinazione, una sorta di malattia professionale. È stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo, quell'unica convinzione mia che mi spingeva al viaggio tra le fiabe; ed è che io credo questo: le fiabe sono vere." Ricercata prima edizione. Collana “I Millenni”, nr. 33. Cfr. Gambetti-Vezzosi, Rarità bibliografiche del Novecento italiano, p. 152: "Non comune e ricercato in questa edizione"; Spaducci, p. 69; Iccu.

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